Amiamo molto seguire le tradizioni culinarie che accompagnano le feste e, dal momento che è tempo di Carnevale, abbiamo deciso di preparare quei dolci gustosi e molto semplici che in Sicilia chiamiamo Chiacchiere. Pare che le chiacchiere, frappe, bugie, cenci - il nome cambia a seconda della regione in cui vengono cucinate - nascano da esigenze economiche e di rapidità; si dice, infatti, che era necessario soddisfare la moltitudine di gente, che si riversava nelle piazze durante il Carnevale, con del cibo che riuscisse a coniugare il buon gusto a basso costo e la velocità nella preparazione. In Sicilia si sente spesso la gente dire: "dopu Natali è già carnalivaru", ovvero "dopo Natale è già Carnevale", probabilmente perchè qualche tempo fa il carnevale cominciava subito dopo Natale. Oggi, in genere coincide con il periodo che precede la primavera.
Sono diversi "i Carnevali" che si festeggiano in Sicilia; quelli maggiormente noti sono quelli di Acireale (in provincia di Catania) e di Sciacca (in provincia di Agrigento); tuttavia in provincia di Palermo la rappresentazione de "Il Mastro di Campo" di Mezzojuso e i 30 giorni di carnevale a Termini Imerese con il gran finale del rogo di "Nannu e Nanna" non sono assolutamente da meno.
Giuseppe Pitrè, studioso palermitano di tradizioni popolari e autore de "La Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane", pubblicata in 25 volumi fra il 1871 e il 1913 descrive così il "Nannu di Carnalivari": "E' la personificazione del carnevale la maschera principale, massima, l'oggetto di tutte le gioie, di tutti i dolori, dei finti piagnistei, del pazzo furore di quanti sono spensierati e capi scarichi. Trovar la sua fede di battesimo è tanto difficile quanto trovar l'origine di un uso obliterato, ma senza dubbio trasformato e mistificato com'è, egli discende in linea da un personaggio mitico della remota antichità di Grecia e di Roma. Ordinariamente lo si immagina e rappresenta come un vecchio fantoccio di cenci, goffo ed allegro, vestito da capo a piedi con tanto di berretto, collare e cravattine, panciotto, brache e scarpe ai piedi. Lo si adagia su una seggiola con le mani in croce ventre; ovvero lo si mena in giro. Più comunemente è una maschera vivente che su un carro, su un asino, una scala, una sedia, va accompagnato e seguito dal popolino che dietro grida, urla, fischia". Pitrè afferma, inoltre, che la "Nanna" è un'invenzione posteriore senza alcun fondamento in Sicilia...
Ingredienti
500g farina "0" (o "00" se preferite)
1 uovo intero
1 e 1/2 tazzina da caffè di zucchero
1 e 1/2 tazzina da caffè di latte
1 e 1/2 tazzina da caffè di cointreau (o del liquore che preferite)
1 e 1/2 cucchiaio di olio extravergine di oliva
un pizzico di sale
scorzetta di limone
zucchero a velo q.b.
Unite insieme la farina con lo zucchero e il sale e mischiate accuratamente tutti gli ingredienti. Mettete il composto su una spianatoia dandogli la forma di un vulcano con un buco al centro; aggiungete l'uovo, precedentemente sbattuto con una forchetta, il latte, il liquore e la scorzetta di limone. Impastate gli ingredienti energicamente aggiungendo di tanto in tanto l'olio extravergine di oliva, fino ad ottenere una palla di pasta liscia e non appiccicosa. Stendete la pasta con un mattarello; questo passaggio è particolarmente duro perchè la pasta, essendo molto elastica, tende a tornare indietro ma non mollate...occorre solo un pò di forza nelle braccia!
Dovrete riuscire ad avere una sfoglia molto sottile e anche abbastanza trasparente, perchè più sottile sarà la vostra pasta più le chiacchiere saranno friabili e gonfieranno durante la cottura. Realizzate, quindi, delle strisce rettangolari (noi abbiamo usato una rondella tagliapasta dentata, in modo che i bordi delle chiacchiere sono venuti smerigliati) che dovrete fare riposare per circa 30 minuti.
Riscaldate dell'olio di arachidi e, una volta ben caldo, immergetevi le chiacchiere; noterete che si creeranno delle bolle gonfiandosi, per cui non cuocetene troppe insieme. Quando si saranno dorate, tiratele fuori e mettetele ad asciugare su fogli di carta assorbente; lasciate raffreddare e cospargete con zucchero a velo.
Altro che "Chiacchiere"...non si sentirà volare una mosca!
Giuseppe Pitrè, studioso palermitano di tradizioni popolari e autore de "La Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane", pubblicata in 25 volumi fra il 1871 e il 1913 descrive così il "Nannu di Carnalivari": "E' la personificazione del carnevale la maschera principale, massima, l'oggetto di tutte le gioie, di tutti i dolori, dei finti piagnistei, del pazzo furore di quanti sono spensierati e capi scarichi. Trovar la sua fede di battesimo è tanto difficile quanto trovar l'origine di un uso obliterato, ma senza dubbio trasformato e mistificato com'è, egli discende in linea da un personaggio mitico della remota antichità di Grecia e di Roma. Ordinariamente lo si immagina e rappresenta come un vecchio fantoccio di cenci, goffo ed allegro, vestito da capo a piedi con tanto di berretto, collare e cravattine, panciotto, brache e scarpe ai piedi. Lo si adagia su una seggiola con le mani in croce ventre; ovvero lo si mena in giro. Più comunemente è una maschera vivente che su un carro, su un asino, una scala, una sedia, va accompagnato e seguito dal popolino che dietro grida, urla, fischia". Pitrè afferma, inoltre, che la "Nanna" è un'invenzione posteriore senza alcun fondamento in Sicilia...
Ingredienti
500g farina "0" (o "00" se preferite)
1 uovo intero
1 e 1/2 tazzina da caffè di zucchero
1 e 1/2 tazzina da caffè di latte
1 e 1/2 tazzina da caffè di cointreau (o del liquore che preferite)
1 e 1/2 cucchiaio di olio extravergine di oliva
un pizzico di sale
scorzetta di limone
zucchero a velo q.b.
Unite insieme la farina con lo zucchero e il sale e mischiate accuratamente tutti gli ingredienti. Mettete il composto su una spianatoia dandogli la forma di un vulcano con un buco al centro; aggiungete l'uovo, precedentemente sbattuto con una forchetta, il latte, il liquore e la scorzetta di limone. Impastate gli ingredienti energicamente aggiungendo di tanto in tanto l'olio extravergine di oliva, fino ad ottenere una palla di pasta liscia e non appiccicosa. Stendete la pasta con un mattarello; questo passaggio è particolarmente duro perchè la pasta, essendo molto elastica, tende a tornare indietro ma non mollate...occorre solo un pò di forza nelle braccia!
Dovrete riuscire ad avere una sfoglia molto sottile e anche abbastanza trasparente, perchè più sottile sarà la vostra pasta più le chiacchiere saranno friabili e gonfieranno durante la cottura. Realizzate, quindi, delle strisce rettangolari (noi abbiamo usato una rondella tagliapasta dentata, in modo che i bordi delle chiacchiere sono venuti smerigliati) che dovrete fare riposare per circa 30 minuti.
Riscaldate dell'olio di arachidi e, una volta ben caldo, immergetevi le chiacchiere; noterete che si creeranno delle bolle gonfiandosi, per cui non cuocetene troppe insieme. Quando si saranno dorate, tiratele fuori e mettetele ad asciugare su fogli di carta assorbente; lasciate raffreddare e cospargete con zucchero a velo.
Altro che "Chiacchiere"...non si sentirà volare una mosca!
2 commenti:
buonissime!!!
buon 8 marzo
^_____________^
Ciao pupottina! Siamo contente che ti piacciano...ma le hai già cucinate?
Buon 8 Marzo anche a te...
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